BRUSCHINI  Novilio

BRUSCHINI Novilio, nato a Batignano (GR) il 15 aprile 1947,

cresciuto nel Sauro, ceduto al Rosignano Solvay,

poi Sarzanese, Spezia, Torino, Livorno, Foggia, Novara.

 

Allievi 1958-59

Allievi 1963-64

Sauro - Segafredo


Documento del Solvay che anticipa parte del prezzo pagato per Bruschini e Vinciarelli.

 

SOLVAY

   
   
Una formazione del Solvay, Bruschini penultimo a destra e l'altro ex saurino Vinciarelli terzo tra gli accosciati
LIVORNO

Livorno-Fiorentina Coppa Italia 1969-70, Bruschini con il compianto Ferrante. Sullo sfondo Brizi. (dal profilo Fb di Novilio)

 

 
Livorno-Cagliari, che partita !
di Gino BACCI (da www.livornocalcio.it)
 

Se è vero che i sogni muoiono all’alba, è perché nascono all’ora del tramonto. Come quel sogno amaranto di una notte di mezza estate: 30 agosto 1970.

Arrivò allo stadio d’Ardenza il Cagliari campione d’Italia, il Cagliari di Gigi Riva e di un irripetibile scudetto sardo strappato all’egemonia della Juventus.
Mai l’isola aveva sentito un orgoglio così forte. Gigi Riva era il sogno dell’Inter di Moratti, ma lui preferì sempre quella sorta di esilio assolato del quale ogni volta mi cantava meraviglie Ugo Conti, ex bomber del Livorno nonché aiutante di campo dell’allenatore Manlio Scopigno.
Il sorteggio della Coppa Italia aveva voluto che i campioni facessero la loro prima uscita ufficiale proprio all’Ardenza. Li attendeva il Livorno di "Lupo" Balleri in un girone nel quale erano entrate anche Pisa e Massese.
Quanti straordinari aneddoti attorno a quel Cagliari scudettato. Una squadra che Scopigno aveva fatto crescere in un clima spensierato, senza proclami, né rigidi ordini. ("Per l’orario dell’allenamento di domani, vi farò sapere. Penso al mattino, ma se stasera vado al night, ci vediamo nel pomeriggio").
Grande personaggio Manlio Scopigno. Una sera di sabato rientrammo molto tardi da una cena con altri giornalisti. All’Hotel Agip, sede del ritiro rossoblu, una sala aveva la luce accesa. Entrammo. I giocatori del Cagliari erano ancora con le carte da briscola in mano, e l’aria era così densa per il fumo delle sigarette che si faceva fatica a respirare. Qualsiasi allenatore sarebbe andato su tutte le furie. Scopigno invece si sedette vicino a uno dei tavoli occupati dai suoi, trasse dalla tasca una sigaretta, e candidamente domandò: "Disturbo se fumo?".
Imperturbabile fino all’incredibile. Come quel giorno a Torino, con il suo Cagliari due volte in gol con Riva, per pareggiare l’autorete di Niccolai e il rigore di Anastasi. Con quel 2-2 i rossoblu tenevano a distanza di due punti la Juventus, ed era l’ipoteca sullo scudetto. Nelle battute finali, con i bianconeri sempre all’attacco, il libero Cera si avvicinò alla panchina e chiese con comprensibile concitazione: "Mister, quanto manca?". E Scopigno senza scomporsi: "A che cosa?".
Quel Cagliari tritatutto avrebbe dovuto mangiarsi il Livorno all’esordio in Coppa Italia. Gli amaranto avevano una bella squadra, ma niente in confronto a quella sarda. Portiere era Gori, piombinese, a chiudere la difesa formata dai terzini Baiardo e Unere, dal libero Azzali oggi commerciante a Parma,
e dallo stopper
Bruschini che di nome faceva Novilio perché era grossetano, e soltanto in Toscana si trovano nomi tanto bizzarri, ma aveva un cuore grande così.
A centrocampo erano Martini, in procinto di trasferirsi a Roma per vincere lo scudetto con la Lazio e prendere il brevetto di pilota d’aereo. Con Martini c’erano il bravo ma lento Santon, Albrigi che già si era fatto un nome nel Torino, il Battistini da Lagnano non lontano da Legnano, e come non bastasse anche Zani a rinforzo. Davanti? Che se la vedesse il solo Pandolfi prima che gli andasse a dare una mano Picat Re, lungagnone nato all’aeroporto torinese di Caselle e perciò destinato a diventare un’ala.
Poveri amaranto! Contro di loro c’erano molti reduci dal Mondiale di Messico 70, il portiere Albertosi che teneva in panchina Zoff, e poi Cera, Domenghini, Gigi Riva e anche un ragazzo di Livorno, il velocissimo Corrado Nastasio, fieri di quello scudetto cucito sul petto, anche se non vinto da lui. Fu strenua difesa per tutto il primo tempo, poi il Livorno prese coraggio e scrisse un finale incredibile: gol del terzino Unere a dieci minuti dalla fine, e sigillo dell’aspirante pilota aeronautico Martini proprio mentre il Cagliari stava tentando la disperata rimonta.
Arbitrava Cesare Gussoni, futuro designatore arbitrale e predecessore di Paolo Bergamo. Con quella vittoria il Livorno vinse il girone e si qualificò, ma per farlo dovette anche andare a vincere a Pisa dove in panchina stava Mannocci, orgoglioso dei suoi trascorsi in Serie A con gli amaranto. Inguaribile nostalgico anche lui.

 

Novilio Bruschini a fine carriera si è stabilito a Livorno. Nel dicembre 2018 la società lo ha premiato per le oltre 100 presenze in maglia amaranto. (oto da www.livornocalcio.it)

FOGGIA

Dalle FIGURINE PANINI Serie A 1973-74

Da un articolo di una rivista degli anni '70,  che veniva consegnata all'ingresso dello Stadio Comunale prima delle partite del Grosseto Serie C 
   Vedi originale

Dalle FIGURINE PANINI Serie A 1976-77

..... A noi piace ricordare un episodio che convalida bellamente la validità formativa del G.S. Sauro. Era un giorno d'agosto, quando in compagnia di alcuni giornalisti, inviati delle più note testate giornalistiche nazionali, avvicinammo Novilio Bruschini, cresciuto nel vivaio saurino. Alle domande che cercavano una spiegazione della sua crescita atletica e umana, Novilio con gli occhi sgranati da bambino cresciuto troppo in fretta, rispose: "Ho avuto degli ottimi  maestri al tempo del mio noviziato calcistico. Gente che prima di ogni altra cosa mi insegnò a saper soffrire in silenzio, a non aspettarmi niente da nessuno se non dalla mia volontà, dalla mia applicazione, dal mio amore disinteressato per il calcio, se oggi sono qualcuno lo devo al tecnico e ai dirigenti del G.S. Sauro". 
E quando dopo la sbornia nerazzurra con la quaterna boninsegnana (in un Inter-Foggia, il centravanti Boninsegna, controllato da Bruschini, fece quattro reti n.d.r.) molti cercavano di insinuare che per il roccioso stopper del Foggia era giunta precocissima l'ora del crepuscolo, Lauro Toneatto, il saggio, il buono, l'acuto allenatore dei rossoneri pugliesi (di recente scomparso n.d.r.) replicò: "Voi non conoscete Novilio. Ha un carattere di ferro, un temperamento di guerriero divenuto carattere alla scuola di gente maremmana priva di fronzoli, dall'anima di titani. "In un sol colpo risuscitava Bruschini e il Sauro assurgeva a protagonista sulle scene del calcio nazionale. Toneatto sia pur senza ufficiali menzioni, aveva additato al calcio di vivaio la strada da battere e guarda caso era una strada tracciata da gente di maremma vestita dei gloriosi colori del G.S. Sauro....

 

Dalle FIGURINE PANINI Serie A 1977-78

FOTO da "LA NOSTRA SERIE A DEGLI ANNI '70" ↓


 FOGGIA 1976-77_  In piedi: PIRAZZINI MEMO, ULIVIERI, SALI, BRUSCHINI ,COLLA. ACCOSCIATI: DEL NERI, BORDON, LODETTI, NICOLI, SCALA.


 FOGGIA 1976-77_  In piedi: PIRAZZINI,MEMO, BORDON, COLLA, ULIVIERI, BRUSCHINI. Accosciati: DEL NERI, SCALA, NICOLI, SALI, BERGAMASCHI.
Completavano la rosa: DOMENGHINI, IORIO, SALVIONI, RIPA, BENEVELLI, CLAUDIO GENTILE.


Inter - Foggia 5-1, Bruschini alle prese con Boninsegna.

Milan-Foggia-1-0, Bruschini-Rivera

Juventus - Foggia 2-1, Bruschini contrasta Anastasi

 
FOGGIA 1976-77_  In piedi:  PIRAZZINI, MEMO, DOMENGHINI, SALI, BRUSCHINI, RIPA. ACCOSCIATI:  BORDON, DEL NERI, BERGAMASCHI, SCALA, SALVIONI. (dal profilo Fb di Novilio)
NOVILIO militare da Orvieto si ricorda del Sauro ...

 

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