FRANCESCHELLI Paolo

FRANCESCHELLI Paolo

nato a Grosseto - 29.06.1954

 attaccante  

anno squadra  categ. Pres. gol
1968-69 SAURO  Giovanili . .
1969--1972 JUVENTUS Primavera . .
. VARESE B . .
. ALESSANDRIA B . .
. RIMINI B . .
. PARMA C . .
1983-1984   CASERTANA C 24 3
. SALERNITANA C . .
. BENEVENTO C . .
. CHIEVO C . .
. ORBETELLO Promozione . .

 

Franceschelli, la carriera fermata da un infortunio  

«Il gol all’Olimpico un momento di gloria»

«Per due anni sono stato compagno di squadra di Paolo Rossi, Maggiora e Marchetti»

GROSSETO. Un grave infortunio al ginocchio stroncò  sul nascere la carriera di Paolo Franceschelli, due volte campione d’Italia con le giovanili della Juventus a suon di gol: arrivò a segnarne anche sessanta in un anno. Scoperto da Luciano Moggi, il quindicenne attaccante del Sauro allievi passò alla Juve nel 1969 per una cifra record: 10 milioni di lire, una grossa somma per quegli anni, equivalente a 500.000 euro. Ma i bianconeri sapevano che Paolo quei soldi li meritava.
   «Con la Juventus - racconta Franceschelli - rimasi quattro anni, facendo la trafila delle giovanili, dagli allievi alla Primavera e vincendo gli scudetti allievi con Grosso in panchina e quello Primavera con mister Bizzotto. Con il fatto che facevo gol a grappoli (con Chiarenza superavamo sempre quota 100), mi utilizzavano come prima punta».
   «Trascorsi anni bellissimi, in compagnia di giocatori che poi si affacciarono in A come Maggiora e Marchetti o che diventarono stelle, come Paolo Rossi, mio compagno di squadra per due anni. A 17 e 18 anni partecipai ai ritiri della prima squadra e partecipavo alle tournée estive con Anastasi, Haller, Salvadore, Cuccureddu, Causio».
   Un giovane in carriera, tanto che la Juventus stava pensando di dare Bettega al Varese, per puntare su questo giovane venuto dal Sauro.
   «Tutto filava liscio. A 18 anni arrivò la convocazione per la trasferta di Coppa Uefa a Wolverhampton, ma il giorno prima, nell’ultimo turno Primavera contro il Torino, mi ruppi il ginocchio e lì finì la mia avventura a Torino».
   «Impiegai due anni per tornare quello di prima, undici mesi per tornare in campo - aggiunge - La Juventus non poteva aspettarmi, non c’erano i procuratori per darmi una chance e mi mandò a Varese in serie B. Lì iniziò la mia carriera professionistica. In B giocai anche ad Alessandria e Rimini, in C ho vestito la maglia del Parma insieme a Carletto Ancelotti, poi quella della Casertana (contro il Siena fu marcato dal grossetano Tosini, ndr.), di Salernitana e Benevento. Uno zingaro del calcio insomma».
   A fine carriera arrivò una grossa opportunità: «Mi chiamò il Chievo, che in due anni voleva andare in B. Ma al 1’ della prima partita mi infortunai: loro hanno fatto strada, io chiusi dopo due anni in Promozione al 50%».
   «Non posso non avere rimpianti - dice Franceschelli, oggi responsabile tecnico della scuola calcio del Sauro - Mi sono accontentato di fare una buona strada tra i professionisti. Ho vissuto anch’io un momento di gloria: il gol segnato all’Olimpico contro la Roma che consentì al Varese di passare il turno in Coppa Italia, con il mio nome scritto sul tabellone luminoso. Forse senza quel maledetto infortunio avrei potuto vivere altri di quei momenti». (m.cal.)
( IL TIRRENO 2 gennaio 2003)
 

 

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